Tipologie truffe
Le principali classi di appartenenza di queste frodi sono :
Porta a porta
Vittime: persone deboli o anziane
La vendita diretta porta a porta o anche definita a domicilio è disciplinata dalla Legge 173/2005 e dal Decreto Legislativo 114/98. Si intende per "vendita diretta a domicilio", la forma speciale di vendita al dettaglio e di offerta di beni e servizi effettuate tramite la raccolta di ordinativi di acquisto presso il domicilio del consumatore finale o nei locali nei quali il consumatore si trova, anche temporaneamente, per motivi personali, di lavoro, di studio, di intrattenimento o di svago. È considerato "incaricato alla vendita diretta a domicilio" (o venditore porta a porta), colui che, con o senza vincolo di subordinazione, promuove, direttamente o indirettamente, la raccolta di ordinativi di acquisto presso privati consumatori per conto di imprese esercenti la vendita diretta a domicilio. Tale forma di vendita è soggetta a segnalazione certificata di inizio di attività (SCIA) questa deve essere presentata allo sportello unico attività produttive (SUAP). Il quale ha il compito di informare i comuni della SCIA registrata. L'attività potrà essere avviata solo dopo aver ottenuto l'atto di assenso dal SUAP, tutte le attività senza tale consenso verranno considerate abusi e saranno punibili per legge. Questa tipologia si può suddividere in due principali sotto categorie: Marketing aggressivo, questa tecnica di vendita porta a porta spesso usata per contratti di luce, gas e telefono sono purtroppo spesso sempre più diventate aggressive, tanto che molti clienti, soprattutto anziani, vengono spesso indotti a cambiare fornitore anche se non lo vorrebbero e sulla base di promesse poi non mantenute. Queste tecniche “furbe” stanno diventando non solo aggressive ma anche delle vere e proprie truffe, sedicenti venditori si spacciano per incaricati di importanti aziende o di gestori che operano sul territorio, inducendo le persone ad ascoltarli. Truffa ai fini del furto: I malviventi si presentano solitamente alla porta di casa di persone anziane e sole in orari nei quali le persone “normali” sono al lavoro, si spacciano per assicuratori, tecnici del gas, dell’acqua, impiegati del Comune, dell’Inps se non addirittura per appartenenti alle Forze dell’ordine e finisce sempre nello stesso modo, spariscono per sempre i soldi e i gioielli.
Telefoniche
Vittime: persone deboli o anziane o mal informate
Le truffe telefoniche sono quelle che vengono perpetrate mediante l'utilizzo del telefono, da soggetti che fingono di essere operatori di call center e raggirano o ingannano gli utenti inducendoli inconsapevolmente ad attivare servizi non graditi o falsi servizi. La truffa telefonica, giuridicamente, non è altro che una vera e propria truffa, potenzialmente riconducibile, quindi, al reato previsto e sanzionato dall'articolo 640 del codice penale. Tale norma, infatti, punisce "chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno". La pena, per l'ipotesi base di reato, è quella della reclusione da sei mesi a tre anni e della multa da euro 51 a euro 1.032. La truffa, salvo alcune eccezioni, non è un reato procedibile d'ufficio e di conseguenza per la punizione del colpevole è necessario che la vittima sporga querela alle competenti autorità. Al giorno d'oggi sono sempre più numerosi i cittadini che cadono vittima di truffe telefoniche. Gli attacchi possono essere di diverso tipo, a seconda dell’obiettivo: rubare informazioni personali o spillare un ‘sì’ per fini contrattuali illeciti. Questa tipologia si può suddividere in due principali sotto categorie: Telemarketing aggressivo: in questo caso si tratta di chiamate effettuate da soggetti che fingono di essere operatori di call center e propongono offerte, promozioni e servizi più o meno esistenti o alla parvenza più convenienti di quelli finora utilizzati dalla vittima, l’obiettivo è quello di spillare un ‘sì’ per fini contrattuali non perfettamente regolari. In quest’ottica, le tattiche divergono e anche le modalità di approccio alla potenziale vittima. Sono tanti e svariati i casi di truffa perpetrata ai danni di utenti ignari che si limitano a richiamare un numero da cui hanno ricevuto una chiamata o che rispondono sì nel caso in cui venga chiesto se si è titolare di un’utenza. Vishing: cioè il cercare di carpire, con l’inganno telefonicamente, informazioni riservate quali la password e i numeri della carta di credito, il codice di sblocco della Postepay, oppure i semplici dati anagrafici con codice fiscale. Le persone più a rischio sono quelle che hanno discreta dimestichezza con l’utilizzo della telefonia come mezzo di interazione con i servizi tecnologici, ma poca conoscenza di questo tipo di truffe. Negli ultimi anni la fruizione di servizi bancari, assicurativi, utenze e simili passa sempre più frequentemente attraverso il canale telefonico. Per inoltrare le telefonate spesso i criminali si avvalgono di telefoni ‘virtuali’ e non tradizionali. Da questi raggiungono le vittime, indistintamente, sia che queste usino apparecchi fissi sia che abbiano cellulari. Nella maggior parte dei casi si tratta di telefonate pre-registrate fatte attraverso servizi VoIP di internet (voice over IP, ossia telefonia via Internet, la stessa tecnologia impiegata da Skype e simili, per intenderci). Ma ci sono anche chiamate in diretta, con operatori in carne e ossa” che utilizzando tecniche psicologiche raffinate cercano di carpire informazioni sensibili.
Online
Vittime: giovanissimi e meno giovani,
e comunque tutti coloro che utilizzano sia le mail e che frequentano normalmente il web o utilizzano i social network. Da quando si è espanso il web e le sue opportunità commerciali e di acquisto questa tipologia di truffa ha visto una grande espansione, raggiungendo numeri veramente importanti, e altra nota negativa, molte delle persone truffate non ne hanno fanno denuncia. I motivi di questo comportamento sono derivati dal fatto che si vergognano, e la maggioranza che pensa che tanto non serve a nulla fare denuncia. Anche per questo caso si tratta sempre di truffa, artificio o raggiro e di conseguenza è applicabile l’articolo 640 c.p. che prevede che chiunque, con artifizi o raggiri, induca altri in errore procurandosi un ingiusto profitto e causando un danno, sia punito con la pena della reclusione da sei mesi a tre anni e con una multa fino a 1032 euro. Sono previste anche delle aggravanti che possono condurre a pene più aspre, in particolare laddove: il fatto viene commesso a danno dello Stato o altro ente pubblico al fine di esonerare qualcuno dal servizio militare; se il fatto viene commesso facendo sì che la vittima abbia timore di un pericolo immaginario o il convincimento erroneo di star eseguendo un ordine dell’Autorità. Ma cerchiamo di capire meglio in cosa devono consistere questi artifici e raggiri. Queste sono in generale delle condotte che portano la vittima ad avere una falsa rappresentazione della realtà, in particolare si veda che l’artifizio consiste nel far apparire come vera una situazione che invece non trova concretezza nei fatti, andando quindi ad agire sulla realtà esterna il raggiro, invece, riguarda l’aspetto psicologico: il soggetto agente espone alla vittima una serie di ragionamenti che fanno apparire come effettivamente possibile e veritiera la situazione tanto da convincere la vittima.
Possiamo suddividere questa tipologia in due macro aree:
Phishing:
(la ‘pesca’ fraudolenta di dati altrui) via email, vengono inviate delle E-mail e questi messaggi sembrano provenire da società legittime come PayPal o enti governativi o istituti bancari. Si tratta in realtà di una truffa molto elaborata e costruita da persone con una buona conoscenza informatica e che spesso utilizzano strumenti ricavati dal dark web. Nelle mail ricevute solitamente si richiede gentilmente di effettuare aggiornamenti, convalidare o confermare le informazioni contenute nel proprio account, spesso suggerendo la presenza di un problema. L'utente viene quindi reindirizzato su un sito fasullo e spinto a immettere le informazioni relative al proprio account, con conseguente furto di identità.
Siti truffa:
Oggigiorno realizzare delle truffe su Internet è relativamente semplice: basta registrare un sito Web con dei dati falsi (.com, .net, .org ecc ), costruire un negozio virtuale online, vendere dei prodotti a prezzi convenienti e di marche conosciute, oppure, come va di moda oggi, vendere false assicurazioni, per entrambi ai malviventi basta aspettare che qualcuno abbocchi all’esca, acquistandoli e pagandoli con la carta di credito ( non Paypall). se va bene paghi e non ricevi nulla, ma se ti va male ti rubano anche i dati della carta di credito cha hai inserito.
Bisogna denunciare sempre ogni truffa o frode!!
Per le truffe che non si svolgono in ambito telematico potrete recarvi verso le sedi più vicine di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. La denuncia potrà essere effettuata verso ignoti o, nel caso di conoscenza delle generalità del truffatore, le generalità dello stesso. Preparate sempre tutte le informazioni in vostro possesso el'eventuiale documentazione che potrebbe servirvi per comprovante l'avvenuto danno.
Per le truffe informatiche come il furto dell'identità su un social network, l'utilizzo illecito della vostra carta di credito o di una PostePay, una truffa in un negozio di e-commerce oppure phishing è possibile avviare l'iter per sporgere la denuncia direttamente online. Questa attività non completa tutte le informazioni necessarie a denunciare il crimine, ma consente il disbrigo delle incombenze preliminari e garantisce, all'atto della presentazione della effettiva denuncia negli uffici di Polizia postale avere una corsia preferenziale. Ricordatevi però che il tempismo nel presentare la denuncia può essere determinante per trovare il truffatore. La denuncia online si può inoltrare da qualsiasi città Italiana. Ad ogni denuncia online viene assegnato un numero di protocollo che dovrete poi comunicare all'atto della denincia effettiva.
Il sito dove fare queste denunce è : https://www.commissariatodips.it